TITOLO: Avanti va il mondo
AUTORE: László Krasznahorkai

EDITORE: Bompiani TRADUZIONE: Dora Varnai

PP. 352 Euro: 19,00

Un interprete ossessionato dalle cascate, al limitare dell’abisso della propria mente, vaga per le strade caotiche di Shanghai. Un viaggiatore sovraccarico di suoni, colori e rumori di Varanasi incontra sulla riva del Gange un gigante che disquisisce sulla natura di una goccia d’acqua. Un bambino che lavora in una cava di marmo in Portogallo abbandona il suo posto per addentrarsi in un mondo diversissimo dalla sua greve quotidianità. Ventuno storie raccontate da un’unica voce narrante per distrarre il lettore dal nostro mondo e spingerlo al limite, per lasciarci trasportare da un flusso di pensiero che conduce verso l’imprevisto con una forma imprevista.

Fairy Legends, di Thomas Crofton Croker

TITOLO: Fairy Legends
AUTORE: Thomas Crofton Croker

EDITORE: Neri Pozza CURATELA E TRADUZIONE: Fancesca Diano

PP. 720 Euro: 30,00

Irlanda! Terra di ribelli e sognatori, di intricati misteri e conflitti sanguinosi, di creature fantastiche e temibili che aleggiano su ogni sorgente, vallata, altura. Un’isola dalla natura impetuosa, il cui carattere modella quello della sua gente, ancora oggi intimamente legata ai suoi antichi costumi. Per questo, il volume che avete tra le mani non è solo il riflesso dell’anima di un popolo, ma anche una mappa dell’identità irlandese, il tassello mancante nella storia della letteratura europea. Pubblicata nel 1825, e tradotta subito in tedesco dai fratelli Grimm, Fairy Legends è la prima raccolta organica di leggende della tradizione orale irlandese, curata da T. Crofton Croker, geniale pioniere e protagonista ingiustamente dimenticato del Romanticismo. Fu Croker infatti a inventare un vero e proprio metodo per sistematizzare queste storie, tramandate prima di lui solo dai narratori della nobile tradizione celtica dello seanchaí. Così le creature magiche dell’isola verde escono dalla pagina e diventano immortali: fate, gnomi, elfi e banshee sono i protagonisti indiscussi della narrazione, nonché, forse, i primi veri abitanti di quel luogo incantato. In questa edizione completa a cura di Francesca Diano, corredata da un esemplare apparato critico e arricchita da uno scritto dei Grimm inedito in Italia, Fairy Legends riunisce per la prima volta le tre parti dell’opera a cui Croker ha dedicato la vita, avverando il suo sogno di un unico testo fondativo. A duecento anni dalla prima edizione, l’omaggio a una terra amata, l’antologia esaustiva che ha saputo dare forma compiuta e longevità alle voci d’Irlanda.

TITOLO: Racconti di Natale
AUTORE: AA.VV

EDITORE: Lindau

PP. 96 Euro: 9,50

Ci sono le vacanze e le grandi riunioni di famiglia, i regali che è bello aspettare oltreché ricevere, i giochi insieme agli amici e ai parenti e qualche storia sui Natali di un tempo che nonni e zii raccontano con un po’ di nostalgia. Anche i grandi autori della letteratura italiana raccolti in questo volume ci raccontano il Natale di un tempo passato, e certo allora i regali erano molto diversi da quelli di oggi.
Quello che però non è cambiato è il sentimento di gioia profonda che pervade ogni casa durante questa festa commovente e suggestiva che colma il cuore di speranza.

I racconti raccolti in questo volume:

Comincia a nevicare e Il dono di Natale di  Grazia Deledda, (1871-1936), Premio Nobel per la Letteratura nel 1926.

Lo scettro del re Salomone e la corona della Regina di Saba, La storia del turbante e L’ombra del Sire di Narbona di Emma Perodi (1850-1918), giornalista e scrittrice, importante autrice per l’infanzia.

La festa di Natale di Carlo Collodi (1826-1890), giornalista e scrittore, noto soprattutto come autore di Pinocchio.

Il rublo fatato di  Renato Fucini (1843-1921), poeta e scrittore.

Il matto di piazza della Libertà, di Hassan Blasim

TITOLO: Il matto di piazza della Libertà
AUTORE: Hassan Blasim

EDITORE: Utopia Editore

PP. 136 Euro: 18,00

In questa raccolta di racconti, Hassan Blasim descrive la precarietà irachena, il lato oscuro della migrazione e le difficoltà di integrazione in un’Europa diffidente e superficiale. Mentre alcuni clandestini, in viaggio verso un futuro migliore, sono vittime dell’ennesima carneficina, un soldato, rimasto chiuso in una stanza per diversi giorni con la donna che ama, si nutre del suo corpo per sopravvivere. Tra un padre che avvelena le figlie e un figlio che porta in valigia lo scheletro della madre, mentre i cadaveri parlano e le anime scrivono romanzi, i neonazisti in Europa scatenano la propria violenza contro gli immigrati. La follia sembra l’unica salvezza, una strategia per sublimare l’inferno in cui certe volte si nasce.

Acrobatica, di Ezio Sinigaglia

TITOLO: Acrobatica
AUTORE: Ezio Sinigaglia

EDITORE: Declic edizioni

PP. 80 Euro: 14,00

Tre rigorose gabbie formali per tre storie gaudenti, gioiose e spensierate come la giovinezza: i racconti alfabetici contenuti in questo libro narrano le vicende erotiche di due instancabili studenti, un bucolico e voluttuoso convegno fra soldati, l’incontro fortuito tra un benzinaio, un oroscopo amoroso e un audace camionista quebecchese.
Le parole si piegano all’abilità dell’autore, che si muove con agio nelle sue contraintes autoimposte – alla maniera oulipiana – in perfetto equilibrio tra sensualità e ironia. L’esercizio di stile coincide con il divertimento e si fa sinonimo di raffinata intelligenza.
AcroBatiCa è un gioco di lingua.

Paranoia, di Shirley Jackson

TITOLO: Paranoia
Autore: Shirley Jackson

EDITORE: Adelphi TRADUZIONE: Silvia Pareschi

PP. 205 Euro: 12,00

«Vivo in una vecchia casa umida con un fantasma che cammina rumorosamente in quella stanza in soffitta dove noi non siamo mai entrati (credo che sia murata), e la prima cosa che ho fatto quando ci siamo trasferiti qui è stato disegnare simboli magici a carboncino sulle soglie e sui davanzali delle finestre per tenere fuori i demoni, e in generale ha funzionato. In cantina crescono i funghi, e le mensole di marmo dei caminetti hanno l’inspiegabile abitudine di cadere in testa ai figli dei vicini.
«Nelle notti di plenilunio mi si può trovare in giardino a raccogliere la mandragora, che coltiviamo in piccole quantità insieme al rabarbaro e alle more. Di solito non vado pazza per quelle ricette con le erbe o le ali di pipistrello, perché non si può mai essere certi della loro riuscita; mi affido quasi completamente alla magia delle immagini e dei numeri. La mia esperienza più interessante è stata con una ragazza che mi ha offesa e in seguito è caduta nella tromba dell’ascensore e si è rotta tutte le ossa che aveva in corpo, tranne uno di cui ignoravo l’esistenza».

Il carteggio con Heinz Riedt, di Primo Levi

TITOLO: Il carteggio con Heinz Riedt
Autore: Primo Levi

EDITORE: Einaudi

PP. 420 Euro: 20,00

Egregio Sig. Riedt, è forse lei la persona che da anni speravo di incontrare.
Primo Levi, 22 agosto 1959

Heinz Riedt era un tedesco molto diverso da quelli che Primo Levi conobbe ad Auschwitz: fu soldato nella Wehrmacht e poi partigiano nella Resistenza veneta; lavorò con Brecht e tradusse Goldoni, Calvino e Pinocchio; visse a Berlino Est e poi fuggí in Germania Ovest con la famiglia. E fu lui a tradurre in tedesco Se questo è un uomo e Storie naturali. Ai quesiti lessicali che Riedt gli pone, Levi risponde rievocando il gergo e le espressioni del Lager. La ricerca della parola piú adatta costringe Levi a rituffarsi nella sua drammatica esperienza per riportarla nella lingua in cui l'ha vissuta: il tedesco. Ma le loro lettere non riguardano solo il lavoro tecnico della traduzione: a poco a poco diventano un dialogo fra amici che si scambiano opinioni sulla letteratura, sulla politica, sul mondo editoriale, e sulle rispettive vite. Questo con Heinz Riedt è il primo carteggio di Levi pubblicato in volume.

Il sonnambulo, di Stephen Graham Jones

TITOLO: Il sonnambulo
Autore: Stephen Graham Jones

EDITORE: Racconti Edizioni TRADUZIONE: Eva Allione

PP. 144 Euro: 14,00

Junior ha dodici anni quando un’ombra piumata attraversa il corridoio della casa modulare dove lui e il fratello Dino si sono trasferiti con la madre. La sua è una visione fuggevole, sorta sul crinale del sonnambulismo, eppure Junior non ha dubbi: quell’ombra appartiene a suo padre, annegato anni prima in circostanze poco chiare e tornato fra i vivi vestito da danzatore powwow. Qual è il suo scopo, in questo viaggio di ritorno? Il giovane sonnambulo si documenta, ricostruisce la figura paterna, ripercorre i propri passi in cerca di prove tangibili, mappando gli interni di un mondo liminare nei cui interstizi potrebbero rivelarsi e nutrirsi le vere intenzioni del redivivo. Ma se i nativi americani non hanno angeli custodi, quella che lo attenderà non potrà che essere un’altra tipica storia indiana. In un rito di passaggio più spettrale che metaforico, Stephen Graham Jones ragiona ancora sulle radici del rapporto paterno declinandolo sul canone horror e da una prospettiva marginale. Una doppia resa dei conti con il male e con la verità in cui gli spiriti del passato infestano il presente e le decisioni di oggi quelle di ieri. Come a volerci ricordare quel paradosso quotidiano che vede i figli diventare padri e gli squarci di luce squarci di buio.

«Non ricordo qual è la prima cosa che ho letto di Stephen Graham
Jones, ma di sicuro mi ha messo al tappeto. Stephen è uno scrittore vero. Johnny Cash poteva cantare canzoni rock'n'roll, canzoni country e così via, ma la voce la riconoscevi sempre e per Stephen Graham Jones vale lo stesso come scrittore.» – Joe R. Lansdale

Racconti del folklore giapponese, di Lafcadio Hearn

TITOLO: Racconti del folklore giapponese
Autore: Lafcadio Hearn

EDITORE: Bur Rizzoli TRADUZIONE: Andrea Cassini

PP. 304 Euro: 18,00

Un ragazzo salva una tartaruga e questa per sdebitarsi lo conduce al palazzo del re dei mari. Oppure salva uno squalo, che finisce per annidarsi nello stagno del suo giardino, e infine gli procura un tesoro. Un samurai sposa una bellissima ragazza di origini ignote, finché un giorno non si accorge che dal suo kimono spunta una coda fulva. E come mai quella mosca che ronza in cucina sembra avere proprio le abitudini del nonno, morto poco tempo fa? “Dobbiamo più alle nostre illusioni che alla nostra conoscenza”, scriveva Lafcadio Hearn in Glimpses of Unfamiliar Japan, una delle numerose opere in cui raccolse, tradusse e commentò storie del Giappone tradizionale, intuendo che l’unico modo per mostrare e raccontare le peculiarità di quel Paese agli occidentali era attraverso il complesso delle loro tradizioni narrative, orali o scritte, attraverso le storie del folklore, del mito, del piano più immaginifico. In questa antologia vengono presentati quarantaquattro racconti di Hearn, di cui nove mai apparsi prima in Italia, tradotti in uno stile moderno ed elegante da Andrea Cassini, e affiancati da stampe artistiche di autori classici come Utamaro, Kuniyoshi e Hokusai. Tra mostri acquatici, volpi mutaforma e semplici umani che si tramutano in divinità, Lafcadio Hearn ritrae un Giappone incantevole, in cui vita quotidiana e soprannaturale si mescolano con naturalezza, regalando al lettore sfumature che hanno il sapore del sogno.

I pipistrelli, di Inès Cagnati

TITOLO: I pipistrelli

Autore: Inès Cagnati

EDITORE: Adelphi TRADUZIONE: Lorenza Di lella. Francesca Scala

PP. 166 Euro: 18,00


«So il nome e le proprietà di tutte le erbe che curano il corpo» dice con fierezza la protagonista tredicenne di uno dei racconti qui riuniti, da cui sembra spirare il profumo mielato dei fiori d’acacia e quello amarulento del latte di fico. La natura è del resto l’unico sapere di chi non ha per orizzonte che indigenza, campi, vigne, stagni, colline, e l’unico riparo dal dolore per le creature difettive che Inès Cagnati sa raffigurare con un ritegno che lascia intravedere abissi di tristezza. La tristezza che scaturisce da madri dal viso tirato e cupo e da padri cui solo la collera riesce a dar voce. E insieme dall’«altro mondo», popolato di insegnanti armate solo di «parole violente» e regole inflessibili; di figli che non sanno nascondere l’insofferenza delle loro origini e di anziani genitori che la sera se ne stanno lì a «guardare il volo vellutato dei pipistrelli nel crepuscolo violaceo»; di comunità che respingono chiunque appaia disturbante e alieno – e dunque pazzo. Come la donna che tutti chiamavano «la pipistrella» perché nel capanno isolato in cui viveva solo quei «sacchetti di polvere nera imprigionata nelle ragnatele» parevano accoglierla e rispecchiarla. Alberi e animali, popolo di tacita e primordiale saggezza, sono la vera patria di queste vulnerabili creature, cui è concesso al più il sogno di andarsene lontano, «fino al deserto dove passano i cammelli con le carovane del sale».

Ricompense, di Jem Calder

TITOLO: Ricompense

Autore: Jem Calder

EDITORE: Einaudi TRADUZIONE: Isabella Pasqualetto

PP. 208 Euro: 18,50

«Per la prima volta nella storia dell’umanità, nessuno è costretto a starsene solo coi propri pensieri», scrive Calder in uno dei sei racconti che compongono quest’ambiziosa raccolta d’esordio. Il telefono, con la sua luce azzurrina, è sempre a portata di mano per fornire sollievo, svago, nuovi incontri e interazioni a ciascuno di noi. Come questo incida sui nostri rapporti, Calder ce lo mostra con precisione invidiabile. Protagonisti della raccolta sono Julia e Nick, che compaiono in cinque racconti su sei (nel sesto vengono sostituiti da un utente uomo e un’utente donna di un app d’incontri). Segni particolari: giovani, precari, ex fidanzati. Nel lungo racconto inaugurale Julia è alle prese con il suo primo lavoro da sous-chef al Cascine, ristorante paneuropeo specializzato in piattini di prodotti stagionali, mentre le dinamiche dell’ufficio in cui Nick fa il copy controvoglia vengono impietosamente e brillantemente dissezionate in Ottimizzazione per motori di ricerca. Sullo sfondo si staglia una città globale, mai nominata ma «a forma di Londra», come ha dichiarato l’autore in un’intervista, con tutti i suoi vantaggi e svantaggi: un’offerta infinita di locali, caffetterie e mercatini d’artigianato, ma anche aria inquinata e affitti insostenibili. Attraverso scene brevi come post o reel, che ricordano il pulsare delle nostre coscienze e dei nostri schermi, Calder ci racconta gli slittamenti minimi con cui i personaggi cambiano la propria percezione di sé e degli altri, costruiscono identità, prendono decisioni, sempre alla ricerca di una ricompensa emotiva e di una via di uscita dalla loro solitudine.

Tutte le luci accese, di Ferruccio Parazzoli

TITOLO: Tutte le luci accese

Autore: Ferruccio Parazzoli

EDITORE: Bompiani

PP. 560 Euro: 20,90

Un giudice riceve la visita inaspettata di un ex collega durante le vacanze al mare e diventa riluttante ascoltatore delle sue confessioni più intime; il bidello dell’asilo di un piccolo paese riversa i sogni di una vita nel dipinto di una vetrata in vista delle feste natalizie; l’intima gioia di una donna mentre abbandona il marito; la drammatica attrazione per il volo di due gemelli; il vecchio solitario in cerca dell’ultimo bacio. Sempre in bilico tra consuetudine ed eccezionalità, i racconti di Ferruccio Parazzoli, qui in raccolta completa, sono uno scorcio su vite che potrebbero essere la nostra, ritratti di un’umanità sfaccettata e vividissima.

Sono molte le cose umane, di Benedetta Cibrario

TITOLO: Sono molte le cose umane

Autore: Benedetta Cibrario

EDITORE: Mondadori

PP. 312 Euro: 20,00

Dopo la smagliante novella "Lo Scurnuso", pubblicata nel 2011, Benedetta Cibrario, sapiente orafa della misura breve, è tornata al racconto con una sequenza maestosa di storie e di personaggi che lasciano il segno. Ci vengono incontro l'elegante signor Mättli con il cane Flock al guinzaglio, misteriosa presenza all'ultimo piano di un condominio dove solo lo sguardo immaginoso di una bambina sa arrivare; la direttrice di sala Helen Bailey e lo chef Tomász Wozniak, che, nella Londra dei primi anni cinquanta, forti della vita che ricomincia, intrecciano una saporitissima corrispondenza fatta di piatti eccellenti e di garbate tenerezze; un uomo che, rimasto senza lavoro, passa le giornate fuori casa, in un parco, in attesa di fare ritorno dalla sua famiglia che, ignara, lo attende come sempre. Molti sono i personaggi che abitano l'immaginazione di Benedetta Cibrario e ritagliano lo spazio dell'accadere, il flusso magico delle "cose umane". Con sensibilità e passione la narrazione si muove, da un'epoca all'altra, da una figura del presepe napoletano alla sgomentante apparizione di elefanti sulle Alpi che furono le montagne di Annibale, da un ritratto all'altro, tutti modellati nella docile materia di cui sono fatti uomini e donne, in cui risuona - chi meglio di Cibrario potrebbe restituirlo? - il rumore del mondo.

La roccia bianca, di Anna Hope

TITOLO: La roccia bianca

Autore: Anna Hope

EDITORE: Einaudi TRADUZIONE: Monica Pareschi

PP. 296 Euro: 19,50

È l’inizio del 2020 e, mentre dall’Europa arrivano notizie allarmanti sul dilagare di un nuovo coronavirus, un gruppo di sconosciuti attraversa il Messico a bordo di un pulmino soffocante. La meta? San Blas, una sonnolenta cittadina sul Pacifico, e piú in particolare la roccia bianca da cui, secondo i nativi di quelle zone, ha avuto origine il mondo. Fa parte del gruppo anche una scrittrice senza nome. È lí per rendere grazie per la nascita della figlia, ma anche per fare ricerche per un libro. A quella roccia dal profilo mutevole sono infatti legate tante storie poco note ma degne di essere raccontate. Nel 1969 un cantante rock si rifugia all’insaputa di tutti in un albergo lí vicino, a metà strada tra la giungla e l’oceano. Vuole sfuggire a una fama ormai ingombrante, ma i suoi demoni e le sue dipendenze lo seguono. San Blas è, nel 1907, anche l’approdo di due ragazzine yoeme. La loro, però, non è una scelta volontaria: sono state portate lí con la forza e, ad attenderle dopo una sfiancante marcia sulle montagne, non c’è che il lavoro forzato nei campi dello Yucatán. Una sorte tanto tragica quanto comune, un genocidio che affonda le radici nel colonialismo. E San Blas, a fine Settecento, è proprio un avamposto delle forze di conquista spagnole e il punto di partenza di un’ambiziosa missione esplorativa. Poco prima di levare gli ormeggi, però, uno degli ufficiali dei tre vascelli pronti a risalire la costa sembra impazzire. Colpa del caldo e della stanchezza oppure, magari per maggiore lungimiranza e sensibilità, ha visto qualcosa che agli altri sfuggiva o non interessava? Mescolando realtà e fantasia, vicende personali e temi universali, Anna Hope crea quattro storie disposte a matrioska che, oltre alla roccia del titolo, hanno al cuore il complesso groviglio di bene e male che muove e condiziona gli esseri umani.

Vite ribelli, bellissimi esperimenti, di Saidiya Hartman

TITOLO: Vite ribelli, bellissimi esperimenti

Autore: Saidiya Hartman

EDITORE: minimum fax TRADUZIONE: Maria Iaccarino

PP. 476 Euro: 20,00

Cosa significa desiderare una vita bella quando la sopravvivenza stessa non può essere data per scontata? Come si fa a immaginare la libertà quando si è costrette a sottostare alle regole dell’esclusione? Due o tre generazioni dopo la fine della schiavitù, le giovani donne nere scoprivano la città e le sue promesse e rifiutavano i ruoli angusti che la società aveva loro assegnato.

Prima degli scrittori, prima dei predicatori e degli studiosi di questioni razziali, le ragazze nere si interrogavano sul senso profondo della libertà e scoprivano che era possibile portare avanti una vera e propria rivoluzione agendo sull’unica dimensione di cui potevano avere il controllo, quella intima. Per descrivere il mondo attraverso i loro occhi, Saidiya Hartman parte dagli archivi – fascicoli della polizia, articoli, album di famiglia, resoconti dei sociologi – da cui trae l’ossatura delle vicende che racconta.

Vite ribelli, bellissimi esperimenti racconta storie di amore liberissimo, di madri «single» ma tutt’altro che sole, di lavori umilianti rifiutati e di affetti nati dentro le stanze di un carcere femminile. Riportare alla luce ciò che è stato cancellato o rimosso, dare la parola al silenzio: questo è il lavoro straordinario che Hartman svolge con rigore e partecipazione, incrociando le storie di queste donne disobbedienti a quelle di personaggi noti come Billie Holiday, Paul Laurence Dunbar e W.E.B. Du Bois, ma lasciando che sia sempre «il coro» ad occupare il centro della scena.

Camere oscure, di Whitney Otto

TITOLO: Camere oscure

Autore:Whitney Otto

EDITORE: minimum fax TRADUZIONE: Sara Bilotti

PP. 444 Euro: 19,00

Cymbeline Kelley vaga per il suo studio, distrutto da un incendio provocato dalla donna che avrebbe dovuto occuparsi della casa per consentirle di portare avanti la sua carriera di fotografa. Amadora Allesbury crea un mondo carico di colori e di leggerezza, nel tentativo disperato di far rivivere la gioia collettiva che la prima guerra mondiale ha spazzato via. Clara Argento trova la propria voce lavorando a fianco dei rivoluzionari socialisti in Messico. Lenny van Pelt è una bellissima modella che si trova molto più a suo agio fotografando le cittadine deserte della campagna francese che sfilando in passerella. Miri Marx ha girato il mondo scattando foto ma adora la sua vita tranquilla di moglie e madre, in un appartamento di New York. Le loro storie, ispirate alla vita di alcune tra le più grandi fotografe del Novecento, da Imogen Cunningham a Tina Modotti, compongono un affresco affascinante dei conflitti che le donne sono costrette a fronteggiare e delle scelte che compiono.

Con lo stesso sguardo equanime che aveva sancito il successo internazionale del suo primo romanzo, Una trama di fili colorati, Whitney Otto costruisce un ritratto collettivo, documentato e partecipe: una galleria di donne straordinarie sospese tra la vita pubblica e quella privata, tra ciò che è visibile all’occhio e ciò che rimane nascosto alla vista, tra il richiamo della maternità e della vita familiare e l’esigenza di inseguire e realizzare il proprio sogno artistico.

Ultimo venne il verme, di Nicola Cinquetti

TITOLO: Ultimo venne il verme

Autore: Nicola Cinquetti

EDITORE: Bompiani

PP. 160 Euro: 9,50

Questa raccolta di favole, nello spirito del nonsense e con un irresistibile gusto della battuta, è abitata da molti animali e qualche umano: la balena che si sente piccola, il cane poeta che recita la luna per le orecchie di una talpa, bambini fiori e bambini di traverso che vanno raddrizzati. Omaggiando con una strizzata d’occhio la tradizione dei grandi favolisti, Nicola Cinquetti intesse storie del nostro tempo, in cui la morale è ribaltata e vincono paradosso e stravaganza.

Nessuno accendeva le lampade, di Felisberto Hernández

TITOLO: Nessuno accendeva le lampade

Autore: Felisberto Hernández

EDITORE: La Nuova Frontiera TRADUZIONE: Francesca Lazzarato

PP. 168 Euro: 15,00

Nei dieci racconti di Nessuno accendeva le lampade Felisberto Hernández ci sorprende con immagini sconvolgenti e surreali, in cui non di rado gli oggetti o le singole parti dell’essere umano acquistano vita propria.
Sono storie immerse nella quotidianità, apparentemente normali, che pian piano scivolano verso altre dimensioni, sconcertanti e oniriche: strane forze costringono i protagonisti ad agire in modo imprevedibile, e vita e sogno iniziano a convivere trasgredendo le norme del reale.
Coniugando in maniera magistrale il ricordo e l’invenzione, lo humour e l’inquietudine, l’autore costruisce un geniale gioco di analogie e associazioni di idee che seduce chi ha la fortuna di leggerlo.

“Al silenzio piaceva ascoltare la musica; ascoltava fino all’ultima risonanza e poi restava lì, riflettendo su quello che aveva sentito. I suoi giudizi si facevano attendere. Ma quando aveva preso confidenza, il silenzio interveniva nella musica: passava tra i suoni come un gatto dalla gran coda nera e li lasciava pieni di intenzioni.”

Ghiak. Racconti di sangue, di Dimosthenis Papamarkos

TITOLO: Ghiak. Racconti di sangue

Autore: Dimosthenis Papamarkos

EDITORE: Crocetti TRADUZIONE: Valentina Gilardi

PP. 112 Euro: 14,00

Ghiak è una parola intraducibile arvanitica che significa sangue, parentela, vendetta, razza. Gli arvaniti sono una popolazione di origine albanese, prevalentemente di religione cristiana ortodossa, stanziata in diverse parti della Grecia. Gli eroi dei racconti di Papamarkos sono soldati greci arvaniti che hanno combattuto durante la guerra greco-turca del 1919-1922 e sono tornati nel loro paesino della Grecia centrale profondamente traumatizzati. Determinati dal codice di comportamento tradizionale, per l’onore della comunità, i protagonisti di queste storie seguono la pesante legge del sangue e il rigido diritto consuetudinario, diventando a turno vittime e carnefici, e dando luogo a crimini, distruzione e annientamento. Quelle di Papamarkos sono nove storie indimenticabili, scritte in una lingua inedita e potente, che raccontano l’incapacità di conciliare i codici tradizionali con le emozioni, gli effetti della violenza sugli individui e che mettono in scena l’anima più balcanica e violenta della Grecia.