Del Vecchio Editore porta in libreria Seduzione e ritorno, di Leonhard Frank, in cui si raccolgono le novelle Karl e Anna, Novella tedesca e II ritorno di Michael, scritte in tre periodi diversi e accomunate dalla tessitura sapiente del tema amoroso coniugato alla necessità di una critica sociale che affronti il senso dell’umano. Leonhard Frank si rende portavoce di speranze, visioni e afflizioni diverse, e guarda, proprio in questi tre testi, oltre la pacificazione sociale come garanzia di felicità collettiva.
Cattedrale vi propone una parte del saggio di approfondimento in appendice al libro, firmato da Paola Del Zoppo, per gentile concessione dell’editore.
Seduzione e ritorno
di Paola Del Zoppo
Autore engagiert, figlio della classe operaia, cresciuto nelle bande di strada e tra le botteghe artigiane, e ostile a ogni idilliaca rappresentazione della borghesia, Leonhard Frank è stato uno dei maggiori, più premiati, più letti, più discussi scrittori del Novecento tedesco. La sua ricezione sporadica e altalenante, sia in Germania che all’estero, resta un enigma che incuriosisce critici e lettori. Figura di spicco sin dagli albori della carriera, sarà due volte in esilio: in Svizzera perché pacifista irriducibile durante la prima Guerra mondiale e in Francia e poi per molti anni in America durante la seconda. Nel periodo tra le due guerre è l’autore più rappresentativo della scena tedesca e berlinese in particolare. Else Lasker Schüler lo definisce “il dio Frank” , Glauser lo accosta già negli anni Venti alla grandezza di Kafka, dai suoi testi vengono tratti film di successo anche oltreoceano, eppure le tracce dello scrittore e della sua scrittura narrativa e drammaturgica si perdono per molti decenni della seconda metà del Novecento. Una delle questioni più controverse sarebbe, secondo molti, l’abbandono della verve politica dimostrata a cavallo dei due secoli a favore di una “sentimentalizzazione”. In questo, la scelta di antologizzazione in questo volume si pone come risposta e spunto. Le tre novelle qui presentate, che sembrano incentrarsi sulla tematica erotica, rappresentano una sorta di “trilogia” compatta. La loro lettura in questa veste illumina il pensiero di Frank e la sua unitaria intenzionalità per un arco di tempo che va dagli anni Venti alla fine degli anni Cinquanta, ma anche le connessioni con le opere antecedenti.
Frank e la Repubblica di Weimar
La fama di rivoluzionario pacifista acquisita da Frank tra l’inizio del Novecento e il periodo della Grande Guerra, e testimoniata soprattutto dal ciclo L’uomo è buono, deve declinarsi in un diverso atteggiamento politico nel periodo weimariano, momento del suo maggior successo letterario anche di pubblico. Tornato dal primo esilio in Svizzera, Frank scrive quattro romanzi lunghi e importanti: Von drei Millionen Drei (Tre di tre milioni: sulla condizione drammatica della classe operaia nella crisi post-bellica); Das Ochsenfürter Männerquartett (Il quartetto maschile di Ochsenfürt, continuazione del suo testo di esordio Die Räuberbände (I masnadieri/ Banda di briganti) che ebbe un enorme successo di critica e pubblico negli anni antecedenti la Grande Guerra. Die Räuberbände trattava con un complesso e corale sguardo intergenerazionale il vissuto dalla gioventù povera della provincia tedesca. Das Ochsenfürter Männerquartett prosegue raffigurando gli stessi protagonisti, oramai adulti, che compiono scelte disperate anche per il venir meno della solidità psicologica data da un ordine sociale che non riesce a rinnovarsi veramente. Il potere vuole mantenersi stabile e di certo non vogliono gli uomini malvagi che Frank rappresenta sempre come antagonisti passivi o attivi del cambiamento sociale. Degli stessi anni è l’intruso romanzo Der Bürger (Il borghese), meraviglioso e impietoso affresco dell’adattamento sociale, dello svuotamento morale e dell’inganno borghese della società di Weimar. Davvero di grande spessore, e rivoluzionario, il complesso testo Bruder und Schwester (Fratello e sorella) in cui Frank riprende con altezza tragica il tema dell’incesto, incastonato in una società di fatto irreale, proprio per dimostrare la vacuità dei moralismi che non possono prescindere dal contesto politico-sociale in cui si rivelano o si vivono: un fratello e una sorella si innamorano ignari della loro parentela e finiscono per vie non semplici per coronare il loro sogno di unione. Bruder und Schwester fu un libro che turbò molto i lettori e i critici dell’epoca, ma che esercita appunto una sottile e capillare critica alla società anche nella sua struttura basilare di kinship basata sul sangue. Del periodo weimariano sono anche molte rielaborazioni e riscritture o adattamenti per il teatro o il cinema. Der Mensch ist gut/L’uomo è buono, viene più volte rielaborato e la versione che ne leggiamo oggi (e su cui, con i giusti confronti è basata la traduzione italiana) è una delle più recenti. Lo stesso vale per Die Ursache (L’origine del male) , la famosa novella apprezzata anche da Gramsci, che narra il processo e la condanna a morte di un giovane poeta: viene rielaborata nel 1927 e poi per il teatro nel 1929. E soprattutto, è negli anni di Weimar che vedono la luce la maggior parte dei suoi racconti brevi più noti, pungenti e amari ritratti di una società inceppata .
Eros, società e politica
Leonhard Frank si è infatti sempre considerato uno scrittore politico. La resistenza a riconoscere la valenza politica delle novelle e dei romanzi in cui la tematica amorosa e/o erotica è in primo piano va considerata l’effetto di una miopia categorizzante e opportunistica. La critica è verso le convenzioni sociali, le costrizioni, ma soprattutto verso la menzogna della libertà solo apparente. In verità l’appiattimento dell’erotismo sulla sessualità in funzione socialmente manipolativa, anche e soprattutto quando l’approccio psicanalitico – che invocava la cosiddetta emancipazione – non faceva altro che rigettare uomini e donne in balia di altri strumentari del controllo. Frank, fin da L’origine del Male, evidenzia come la sessualità sia sempre utilizzata, nei discorsi come nella società, come controllo più o meno subdolo delle esistenze femminili e degli esponenti meno “inseriti”. In L’origine del male, ad esempio, resta impressa la terribile scena in cui la prostituta amica del poeta Seiler si lascia prendere da un cliente morboso per poter prestare dei soldi al poeta in difficoltà, e la cui testimonianza al processo per omicidio di cui Seiler è oggetto, viene poi screditata perché appunto è una prostituta. D’altro canto, tra le cause della rabbia del poeta per il maestro Mager, Frank elenca la morte suicida della giovane sorella, messa in imbarazzo a scuola perché costretta ad alzare la sottana.
Il numero dei romanzi e delle novelle pubblicati, e quella che veniva considerata “varietà” dei generi affrontati ha, per molto tempo, fatto pesare su Frank il giudizio di una certa disunità di stile e tematiche e fatto discutere i critici. Ma come in questo volume si evidenzia, proprio l’intenzionalità politica di critica anche alla Repubblica e poi alla società del dopoguerra, e di svelamento della falsificazione “liberale”, rappresenta invece una forte unità della visione autoriale che non può disgiungersi dalle rappresentazioni letterarie. Il realismo visionario di Frank fa sue le figure della metafora e dell’allegoria, più esplicitamente nel primo periodo, come in Die Ursache, in modo sottile nei testi del periodo più maturo. Frank punto sullo “svelamento” che si ottiene tramite rappresentazione delle miserie umane amplificate e rese sopportabili dalla mitologia weimariana prima e dalle mitologie della ricostruzione poi. Secondo l’autore il disagio emotivo e psicologico che innerva la sociabilità e filtra le visioni del mondo – e di cui Frank acquisisce anche per motivi biografici una competenza particolare proprio negli anni di Weimar – rischia di essere celato dall’anticonformismo imborghesito, che inghiotte e riformula una serie di violenze endemiche – prima fra tutte la non-libertà delle donne e il controllo esercitato sulle donne – per asservirsene e mantenere lo status quo di carattere maschile. Nelle tre novelle qui raccolte, Frank esplicita questo nucleo tematico intensissimo, riportando la lente del controllo sociale e della manipolazione fin nelle minime pieghe dei racconti. In Karl e Anna, l’amore “non” lecito si rende lecito nella sua autenticità, e il richiamo alla letteratura contemporanea e alla tragedia classica creano un gioco di specchi che allontana dal giudizio e rende chiaro come la vita tragica non permetta nessun tipo di conservatorismo né di felicità assoluta nella fedeltà a se stessi. Anche l’utopia pacifista di L’uomo è buono – in cui le donne erano protagoniste assolute e motori del cambiamento – deve ripassare per la tragedia della violenza prima (Novella tedesca) per poi rifarsi utopia possibile di un amore che può allontanare dall’individualismo come valore e rendere a uomini e donne la loro dimensione di esseri politici (Il ritorno di Michael).
La scelta della specifica forma narrativa della novella, che nel modernismo – anche a seguito dell’acceso dibattito estetico che si strutturò alla fine dell’Ottocento – riacquisisce il carattere di exemplum (Lehrstück) affiancandogli una sperimentazione metanarrativa tipica del teatro d’impegno, vede in Frank, il “novelliere esemplare” una specifica congiunzione tra la concezione goethiana della «sichereignete unerhörte Begebenheit» e la tensione alla “messa in scena del pubblico” del teatro ibseniano prima e brechtiano poi, congiunzione che si sviluppa in maniera più distesa nei romanzi.