Mattioli 1885 porta in libreria Magia bianca, di Lucy Maud Montgomery, tradotto da Enrico De Luca. Queste sette short stories appartengono a quel genere letterario che Lucy Maud Montgomery, prolifica autrice di racconti, ha maggiormente praticato durante tutto l’arco della sua vita e nel quale ha dimostrato al meglio il suo talento. In questo libro sono presenti alcuni testi inediti e mai tradotti in Italia.
Cattedrale vi propone uno dei racconti per gentile concessione dell’editore.
Il bouquet di Janie
di Lucy Maud Montgomery
Janie era giù in giardino dietro il traliccio dei fiori rampicanti e del pisello odoroso (1) e stava piangendo! Non capitava di frequente che Janie piangesse, ma quando lo faceva – ed era estate – si nascondeva sempre dietro il traliccio di fiori e si sfogava. Nessuno poteva vederla lì finché tutto non fosse finito, e i fiori di solito erano splendidi consolatori. Erano sempre così luminosi e spensierati che, loro malgrado, semplicemente allietavano le ragazzine.
Ma quella volta neppure i fiori profumati riuscirono a confortare Janie: non voleva nemmeno vederli, parevano così provocatoriamente felici. Non erano mai stati delusi nel desiderio più caro del loro cuore. Accidenti, i fiori semplicemente non sapevano che guaio fosse! Solo il Cielo sa quanto tempo Janie sarebbe rimasta seduta lì a piangere se la zia Margaret non l’avesse scoperta. Forse la zia Margaret, da una finestra del piano superiore della casa accanto, aveva visto una piccola figura sconsolata dietro i piselli odorosi, ma non credeva fosse una cosa importante. Janie pensò che la zia Margaret fosse capitata lì per caso.
“Diamine, che succede, Janie?” chiese la zia Margaret.
“Oh, zia Magsie, sono così… così… d-d-delusa” singhiozzò Janie. “Oh, sono sicura che non riuscirò mai a farmela passare.”
“Raccontami tutto, tesoro” disse la zia Margaret con tono comprensivo.
“Papà doveva andare a Raleigh domani… con la zia Ethel, e mi avrebbero portato con loro. Non sono mai stata in città, zia Magsie, ma non è per questo che piango. È perché volevo così tanto incontrare Miss Edna. Non conoscete Miss Edna, zietta, perché non siete venuta a Hexham l’estate scorsa, ma lei insegna in città e l’estate scorsa è andata a pensione a Hexham durante le vacanze… proprio di fronte alla casa della vecchia Mrs Fraser. È stata semplicemente adorabile, zia Magsie; eravamo amiche molto intime. Doveva venire anche quest’estate, ma non può perché è ammalata ed è in ospedale. Ed è per questo che volevo andare a Raleigh, perché papà ha detto che mi avrebbe portato a farle visita. E adesso papà non può andare e ovviamente neanch’io posso, perché la zia Ethel non ci ritornerà. Oh, sono così delusa che non riesco proprio a rallegrarmi.”
La zia Margaret sorrise mentre accarezzava la testa riccia della nipotina di nove anni.
“È un peccato, dolcezza. Ma non preoccuparti. Ti dirò io cosa fare. Scegli un bel tenero bouquet dei tuoi fiori più graziosi e gentili e invialo a Miss Edna. Lo prenderà zia Ethel… deve trascorrere quattro ore a Raleigh. Forse potresti scrivere anche un bigliettino per accompagnarlo.”
Janie balzò in piedi sorridendo tra le lacrime.
“Oh, zia Magsie, siete davvero uno splendido aiuto quando bisogna pensare a come risolvere un qualche problema. Spero di diventare intelligente quanto voi quando sarò grande. Questo è proprio quello che farò. Manderò a Miss Edna il bouquet più incantevole che potrò scegliere e scriverò anche il biglietto. Non so scrivere molto bene e la mia ortografia non è molto buona, ma so che a Miss Edna non importerà. È brava a capire quanto voi, zia Magsie.”
Nel pomeriggio del giorno seguente, due medici dell’ospedale stavano discutendo ansiosamente il caso di una paziente del Reparto tre.
“Non sono soddisfatto” stava dicendo uno di loro. “Non sta facendo i progressi che dovrebbe. L’operazione è riuscita e non c’è motivo per cui non dovrebbe riprendersi rapidamente, ma sembra che manchi di vitalità. Mi viene da pensare che la ragazza non desideri vivere… non sembra avere alcun interesse per la vita, in effetti. Se non si riscuote in tempi brevi, non c’è speranza per lei. Un caso simile è il più difficile da gestire. Quando la natura si rifiuta di aiutarci possiamo fare ben poco. La ragazza sta morendo per il semplice fatto che non vuole più aggrapparsi alla vita.”
Nel frattempo, Edna Bruce era sdraiata sulla branda con gli occhi chiusi e l’apatico volto pallido. Si sentiva, oh, così stanca. Non le importava se sarebbe migliorata o no. Non c’era niente per cui migliorare – non c’era nessuno a cui importava se fosse sopravvissuta o meno. Era completamente sola nella grande città dove non aveva vissuto abbastanza a lungo per farsi degli amici. No, non le importava; era troppo stanca e sola per voler vivere. Non ne valeva la pena.
Poco dopo una delle infermiere venne da lei.
“Miss Bruce, ecco un bouquet per lei. È stato lasciato da una signora pochi istanti fa.”
Miss Bruce aprì gli occhi e vide un delizioso bouquet di piselli odorosi rosa e bianchi – un bouquet che all’improvviso le rammentò un grande giardino antico in cui aveva trascorso molte ore felici nell’estate dell’anno precedente, e una fanciulla dagli occhi azzurri e dai capelli ricci con la quale aveva avuto molte interessanti chiacchierate. Una nuova luce sostituì la languida malinconia dei suoi occhi mentre apriva e leggeva il bigliettino che l’accompagnava.
Con la grafia piuttosto incerta di Janie, il biglietto recitava:
Mia carissima Miss Edna,
desideravo tanto venire a farvi visita, ma non ho potuto perché papà ha così tanti affari. Sapete bene che gli affari sono una cosa molto importante e bisogna occuparsene. Sono uscita e mi sono messa a piangere dietro i piselli odorosi quando ho saputo di non poter venire. Ma la zia Magsie ha detto di mandarvi dei fiori, e ho pensato anch’io che poteva essere una cosa carina. Li ho raccolti tutti dai miei piselli odorosi. La mamma ne ha molti di più e i suoi sono più grandi, ma volevo darvene alcuni dei miei perché vi voglio così tanto bene, Miss Edna. Mi dispiace tanto che state male e desidero che guarite subito. Prego per voi ogni notte e molte volte durante il giorno quando ci penso. Avete promesso di venire a trovarmi quest’estate e che dovete guarire e mantenere la vostra promessa, perché mi avete detto che le persone dovrebbero sempre mantenere una promessa, e lo dice anche la zia Magsie. Addio con tanto affetto.
Distinti saluti, Miss Janie Miller
Miss Edna si asciugò le lacrime dagli occhi con le sottili dita bianche. Ma sorrideva. Qualcosa di lieto e felice si mosse nel suo cuore. A qualcuno importava – qualcuno le voleva bene – qualcuno aveva pensato a lei. Doveva guarire, voleva guarire, ritornare al lavoro e far visita di nuovo a quel caro antico giardino. Dopotutto, la vita valeva la pena di essere vissuta – valeva la pena lottare. L’espressione disperata e indifferente scomparve dal suo volto.
Pochi giorni dopo lo stesso medico stava parlando della stessa paziente.
“Sta migliorando. A breve starà meglio che mai. È stato come se si fosse risvegliata all’improvviso, interessandosi di nuovo alla vita. E questo era tutto ciò che serviva. Era uno di quei casi in cui tutto dipende dai pazienti stessi.”
Prima della fine dell’estate, Miss Edna aveva mantenuto la sua promessa trascorrendo due settimane a Hexham prima di ritornare al lavoro. Lei e Janie passarono momenti meravigliosi insieme, e Janie venne a sapere con gioia e stupore il ruolo che i suoi fiori avevano avuto nella guarigione di Miss Edna.
“Oh” disse allegramente, “sono così felice di avere una zia Magsie. L’ha suggerito lei, sapete. È una cosa splendida avere una zia Magsie in una famiglia.”
“Sì. Ed è una cosa splendida avere anche una bambina dal cuore cordiale e amorevole in una famiglia” disse Miss Edna baciandola.