Il primo Novembre 2017 è in libreria Racconti al tramonto, i racconti di Bram Stoker pubblicati da Elliot, con le bellissime illustrazioni di Francesca Rossetti.
Pubblichiamo un racconto del testo con alcune delle illustrazioni, per gentile concessione dell'editore.
Il Paese del tramonto
Lontano, molto lontano, c’è un Paese bellissimo che nessun occhio umano ha mai visto durante le ore di veglia. Giace ai piedi del Tramonto, là dove l’orizzonte lontano delinea il giorno, e dove le nuvole, risplendenti di luce e colore, regalano una promessa della gloria e della bellezza che lo cingono.
Qualche volta ci è concesso di poterlo vedere in sogno.
Ogni tanto gli Angeli arrivano, dolcemente, e con le loro grandi ali bianche sventolano i visi sofferenti e posano le loro mani fresche sugli occhi addormentati. Così lo spirito del dormiente si libra in aria. Balza al di sopra della penombra e della foschia della fase notturna. Veleggia lontano attraverso le nubi di porpora. Si affretta tra la vastità della luce e dell’aria. Attraverso il blu profondo del cielo esso vola e, spargendosi sopra l’orizzonte infinito, riposa infine sulla bella terra del Paese del Tramonto.
In qualche modo questo Paese è come il nostro. Ci sono uomini e donne, re e regine, ricchi e poveri e poi case, alberi, campi, uccelli e fiori. C’è il giorno e anche la notte; il caldo e il freddo, e la malattia e la salute. I cuori degli uomini e delle donne, e dei ragazzi e ragazze, battono come da noi. Ci sono gli stessi dispiaceri e le stesse gioie. Le stesse speranze e le stesse paure.
Se un bambino di quel Paese stesse accanto a un bambino di qui non vedreste alcuna differenza tra loro, a parte i vestiti. Parlano la nostra stessa lingua. Non sanno di essere diversi da noi e noi non sappiamo di essere diversi da loro. Quando nei loro sogni vengono da noi, non sappiamo che sono stranieri. E quando, nei nostri sogni, noi andiamo nel loro Paese, ci sentiamo a casa nostra. Forse la causa di questo sta nel fatto che la casa delle persone buone è nel loro cuore e dovunque esse siano sono in pace.
Il Paese del Tramonto è stato per molti anni una terra meravigliosa e piacevole. Tutto era splendido e dolce e piacevole. Finché non arrivò il peccato e le cose restarono prive della loro perfetta bellezza Oggi è di nuovo una terra fantastica e gradevole.
Poiché lì il sole è forte, ai lati delle strade sono stati piantati grandi alberi che allargano dovunque i loro grossi rami.
Così i viandanti trovano riparo durante il loro passaggio. Le pietre miliari sono sostituite da fontane di dolce acqua fresca, così limpida e trasparente che una volta arrivato il pellegrino siede sulla pietra intagliata che si trova lì accanto e tira un sospiro di sollievo, perché sente che lì può riposare.
Quando qui è il tramonto, lì è mezzogiorno. Le nuvole si riuniscono e proteggono la Terra dal grande calore. Poi per un po’ ogni cosa si addormenta.
Quest’ora così dolce e piena di pace è chiamata il Tempo del Riposo.
Quando arriva gli uccelli interrompono il loro canto e si posano sotto agli ampi cornicioni delle case o sui rami degli alberi. I pesci non guizzano più nell’acqua e si fermano accanto ai sassi, con le pinne e le code così immobili che sembrano morti. Le pecore e le mucche si sdraiano sotto gli alberi. Gli uomini e le donne salgono sulle amache appese tra gli alberi o si riposano sotto le verande delle loro case. Finché il sole non è più così accecante e le nuvole si dissolvono e ogni essere vivente si sveglia.
Le uniche creature che non cadono addormentate durante il Tempo del Riposo sono i cani. Giacciono buoni buoni, addormentati solo a metà, con un occhio aperto e un orecchio all’insù, restando sempre all’erta. Se poi uno straniero dovesse arrivare nell’ora del Riposo, i cani si alzano sulle zampe e lo guardano, con dolcezza e senza abbaiare, per timore di disturbare gli altri. Loro capiscono se il nuovo arrivato è innocuo e, in questo caso, si sdraiano nuovamente così come lo straniero che attenderà la fine del Tempo del Riposo.
Ma se i cani pensano che lo straniero possa essere pericoloso, allora iniziano ad abbaiare con forza e a ringhiare.
Le mucche cominciano a muggire e le pecore a belare, gli uccelli a cinguettare e a intonare le loro note più alte, ma senza alcuna traccia di melodia. E anche i pesci cominciano a saltare e a spruzzare l’acqua. Gli uomini si svegliano, saltano giù dalle loro amache e afferrano le loro armi. Allora è un brutto momento per l’intruso. Viene condotto immediatamente davanti alla Corte e processato, e se viene dichiarato colpevole, lo si mette in prigione o bandito dal Paese.
Poi gli uomini tornano alle loro amache, e tutti gli esseri viventi si ritirano di nuovo finché il Tempo del Riposo non finisce.
La stessa cosa accade di notte, se arriva un estraneo per fare del male. Di notte sono svegli soltanto i cani, oltre ai malati e le loro infermiere.
Si può andar via del Paese del Tramonto solo da una direzione. Quelli che vanno là nei sogni, o che arrivano in sogno nel nostro mondo, vanno e vengono senza sapere come. Ma se un abitante cerca di andarsene, può farlo da un’unica strada. Se tenta per qualsiasi altra via va sempre avanti, gira senza rendersene conto, finché non arriva all’unico punto da cui si può partire.
Questo luogo si chiama Il Portale e ci sono gli Angeli a sorvegliarlo.
Proprio nel centro del Paese si trova il palazzo del Re, dal quale si diramano le strade in ogni direzione. Dalla cima della torre, che si erge altissima al centro del palazzo, il Re può guardare lungo tutte le vie, che sono tutte piuttosto dritte.
Sembra che diventino sempre più strette via via che si allontanano, finché alla fine non scompaiono del tutto.
Intorno alla reggia sono riunite le case dei nobili, la cui vicinanza è stabilita a seconda del rango del suo proprietario. Aldilà ci sono poi quelle dei meno nobili e poi quelle di tutti gli altri, che diventano sempre più piccole man mano che si allontanano.
Ogni casa, grande o piccola, è al centro di un giardino che ha una fontana e un ruscello, grandi alberi e aiuole con bellissimi fiori.
Lontano da lì, andando verso il Portale, la campagna si fa sempre più selvaggia. Ci sono foreste intricate e alte montagne piene di grotte profonde, oscure come la notte. Qui hanno la loro tana gli animali selvaggi e tutte le creature più crudeli.
Poi ci sono paludi, acquitrini, sabbie mobili e una giungla fitta fitta. Tutto è così selvaggio che la strada scompare completamente.
Nessun uomo sa cosa si nasconda oltre questi luoghi. Qualcuno afferma che lì vivano i Giganti ancora esistenti e che vi crescano tutte le piante più velenose. Si dice anche che un vento stregato trasporti i semi delle cose malvagie e li sparga per tutta la terra. Altri dicono che lo stesso vento maligno propaghi da lì malattie ed epidemie. Pare che anche la Carestia viva
lì tra le paludi e che si propaghi quando gli uomini divengono cattivi, talmente cattivi che gli Spiriti di guardia al Paese piangono così amaramente che non riescono a vederla passare.
Si sussurra che la Morte abbia il suo regno nelle Solitudini, oltre le paludi, e viva in un castelli con orribile da guardare che nessuno è riuscito a vederlo e a sopravvivere per raccontarlo. Si dice anche che tutte le cose malvage che vivono nelle paludi siano i disobbedienti Figli della Morte che hanno abbandonato la casa e non riescono più a trovare la strada per tornarvi.
Ma nessuno sa dove sia il castello del Re della Morte. Tutti gli uomini e le donne, i ragazzi e le ragazze, persino i bambini più piccoli dovrebbero essere pronti a non avere paura di fronteggiare il suo volto, una volta costretti ad entrare nel Castello e a guardare il lugubre Re.
Per molto tempo il re della Morte e i suoi Figli rimasero fuori dal Portale, e all’interno tutto era gioia.
Poi tutto cambiò. I cuori degli uomini divennero freddi e duri per via dell’orgoglio e dalla prosperità, e non diedero più ascolto agli insegnamenti imparati in passato. Quando ci furono solo freddezza, indifferenza e disprezzo, gli Angeli di guardia videro negli orrori di cui erano privi le punizioni e le lezioni che potevano far bene.
Le buone lezioni arrivarono – come spesso succede con le cose positive – dopo il dolore e le tribolazioni, e furono di grande insegnamento. La storia del loro arrivo è una lezione per chiunque sia saggio.
Due Angeli erano sempre di guardia al Portale. Erano così grandi, così vigili e risoluti nel loro compito, che si usava un nome solo per entrambi. Uno o entrambi potevano essere interpellati con lo stesso nome se si voleva parlare con loro. Sia l’uno che l’altro sapevano tutto ciò che si poteva sapere su un argomento. Non era così strano, perché entrambi conoscevano tutto. Il loro nome era Fid-Def.
Fid-Def stavano di guardia al Portale. Accanto a loro c’era un Angelo-bambino, più chiaro della luce del sole.
Il profilo del suo bellissimo corpo era così armonioso che sembrava fondersi nell’aria; appariva come una luce di vita sacra.
Non restava mai fermo come gli altri Angeli, ma si librava su e giù e in ogni direzione. Talvolta era solo una macchiolina, poi all’improvviso, senza che si notasse alcun cambiamento, diveniva più grande dei grandi Spiriti guardiani che erano sempre uguali.
Fid-Def amavano l’Angelo-bambino, e le volte in cui egli si sollevava, essi aprivano le grandi ali bianche sulle quali talvolta si posava. Le sue stupende, soffici ali oscillavano gentilmente sui loro volti quando si voltavano per parlare.
Ma l’Angelo-bambino non andava mai oltre la soglia. Guardava le terre selvagge lontane, ma non metteva mai fuori dal Portale nemmeno la punta di un’ala.
Faceva domande a Fid-Def, voleva sapere cosa c’era là fuori, e in cosa era diverso da quel che c’era dentro.
Le domande e le risposte degli Angeli non erano come le nostre domande e le nostre risposte, perché non c’era bisogno di parlare. Nel momento in cui si voleva sapere qualcosa, la domanda veniva fatta e la risposta data.
Ma se la domanda fosse stata posta dall’Angelo-bambino e la risposta fosse giunta da Fid-Def, e se noi conoscessimo la non-lingua che gli Angeli stavano non-parlando, questo è ciò che avremmo sentito:
Fid-Def parlava con Fid-Def.
«Non è bello Chiaro?»
«È bellissimo. Sarà una nuova potenza nella Terra».
Ecco allora Chiaro, che stava con un piede sulle piume di un’ala di Fid-Def, disse:
«Ditemi Fid-Def, cosa sono quegli esseri dal terribile aspetto oltre il Portale?»
Fid-Def risposero: «Sono i Figli di Re Morte. Il più terribile, quello avvolto nel buio, è Skooro, uno spirito maligno».
«Come sono brutti!»
«Davvero orribili, caro e questi Figli della Morte vorrebbero passare attraverso il Portale ed entrare nella Terra».
Sentendo queste terribili notizie, Chiaro si alzò in aria, e divenne così grande che l’intera Terra del Tramonto si illuminò. Poi, divenne subito via via sempre più piccolo, finché divenne solo una macchiolina, come il raggio colorato che si vede in una stanza buia quando il sole entra da una fessura. Chiese agli Angeli del Portale: «Ditemi, Fid-Def, perché i Figli della Morte vogliono entrare?»
«Perché, caro bambino, sono cattivi, e vogliono corrompere i cuori degli abitanti della Terra».
«Ma, ditemi Fid-Def, sono in grado di entrare? Sicuramente se il Grande Padre dice “No!” essi devono restare fuori dalla Terra».
Ci fu una pausa, poi arrivò la risposta degli Angeli del Portale:
«Il Grande Padre è più saggio di quanto persino gli Angeli possano concepire. Egli rivolta sui malvagi i loro stessi progetti, e cattura il cacciatore nella sua stessa trappola. Quando i Figli della Morte entreranno – dato che stanno per riuscirci – faranno un gran bene alla Terra, che vorrebbero invece distruggere. Perché, ahimè!, i cuori della gente sono corrotti. Hanno dimenticato gli insegnamenti che gli sono stati impartiti. Non sanno quanto dovrebbero essere grati per la loro felice sorte, perché non conoscono la sofferenza. Che abbiano un po’ di dolore, di pena e di tristezza, così che possano rendersi conto dei loro errori».
Mentre parlavano, gli Angeli piangevano di tristezza per i misfatti del popolo e per il dolore che avrebbero dovuto sopportare.
L’Angelo-bambino rispose intimorito: «Allora anche l’essere peggiore sta per entrare nella Terra. Aiuto!Aiuto!»
«Caro bambino» dissero gli Spiriti guardiani, mentre l’Angelo-bambino gli si arrampicava in grembo «su di te ricade un grande compito. I Figli della Morte stanno per entrare. A te è stata affidata la sorveglianza di Skooro, un essere tremendo. Dovunque vada, tu devi essere lì perché non accada niente di grave, a meno che non sia voluto e permesso».
L’Angelo-bambino, intimorito dall’enormità della missione, comprese che l’incarico doveva essere fatto nel modo migliore possibile.
Fid- Def proseguirono:
«Devi sapere, caro Bambino, che senza l’oscurità non c’è paura dell’invisibile; ma neanche l’oscurità della notte può spaventare se c’è luce nell’anima. Per chi è buono e puro non c’è timore né del male terreno, né delle forze invisibili. Confidiamo in te per proteggere i puri e i sinceri. Skooro li immergerà nelle sue tenebre, ma a te è concesso di penetrare nei loro cuori e di rendere invisibile e inefficace il buio del Figlio della Morte con la tua luce gloriosa. Ma dovrai restare lontano dai malfattori, dai cattivi, dagli ingrati, dagli spietati, dagli impuri e dagli insinceri; così, quando ti cercheranno per essere confortati – come spesso avviene - non ti troveranno. Vedranno solo l’oscurità che la tua luce lontana renderà ancor più nera, perché l’ombra sarà proprio nelle loro anime.
«Ma, oh, bambino, nostro Padre è incredibilmente buono. Egli ordina che, in caso qualcuno di questi scellerati si pentisse, tu dovrai volare immediatamente da loro e confortarli, aiutarli, rallegrarli, allontanandone l’ombra. Se dovessero invece fingere di pentirsi, con l’intenzione di essere ancora malvagi non appena fosse passato il pericolo, o se dovessero agire solo per paura, allora dovrai nascondere la tua luce, così che il buio possa divenire ancor più scuro su di loro. E ora, caro, dovrai diventare invisibile. Si avvicina il momento in cui sarà permesso al Figlio della Morte di entrare nella Terra. Cercherà di intrufolarsi, e noi glielo lasceremo fare, perché dobbiamo procedere senza essere visti e scoperti, per portare a termine il nostro compito».
Allora l’Angelo-bambino si dissolse lentamente, così che nessun occhio, nemmeno quelli di Fid-Def, potesse vederlo e gli Angeli guardiani ripresero il loro posto di sempre accanto al Portale.
Venne il Tempo del Riposo e tutto divenne tranquillo nella Terra.
Quando i Figli della Morte, dalle paludi lontane, videro che non si muoveva nulla, tranne gli Angeli di guardia come sempre, decisero di tentare un nuovo assalto per entrare nella Terra.
Perciò decisero di assumere diverse sembianze. Ognuno prese una forma diversa, ma tutti insieme avanzarono verso il Portale. Così i Figli della Morte riuscirono a raggiungere l’ingresso della Terra.
Arrivarono sulle ali di un uccello in volo; su una nuvola che scivolava lentamente nel cielo; nei serpenti che strisciavano sulla terra… nei vermi, nei topi e nelle talpe che si muovono sotto terra; grazie ai pesci che nuotavano e agli insetti che volavano. Giunsero via terra, via acqua e dall’aria.
Così, senza permessi od ostacoli e per molte strade, i Figli della Morte entrarono nel Paese del Tramonto e da quel momento tutto cambiò in quella bella Terra. I Figli della Morte non si fecero riconoscere subito. Uno ad uno gli spiriti più sfrontati, dilagando per tutta la Terra con passo marziale, riempirono tutti i cuori di terrore.
Eppure fu proprio ciascuno di loro a lasciare un benefico insegnamento nei cuori degli abitanti della Terra.