Non è mica la vergine Maria, di Feby Indirani

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Add editore pubblica Non è mica la Vergine Maria, di Feby Indirani, tradotto da Antonia Soriente.

In Indonesia, la più popolosa nazione musulmana al mondo, i veli che coprono i volti delle donne – e delle bambine – sono esplosi come una moda. Di recente il governatore della capitale Jakarta, Ahok, è stato arrestato con l’accusa di blasfemia perché, cristiano, ha osato citare il Corano in campagna elettorale. Da questo clima nascono i diciannove racconti di Feby Indirani, parodie provocatorie che con acume e umorismo mettono in rilievo le incongruenze dell’islam radicale. Musulmana ed emancipata, l’autrice offre una lettura femminista della vita sociale dell’Indonesia contemporanea sottoposta all’ortodossia islamica.

Cattedrale vi propone il racconto che da il titolo alla raccolta, per gentile concessione dell ‘editore.


Non è mica la Vergine Maria

Maria era incinta. Senza aver fatto sesso con alcun uomo e al di fuori del matrimonio.
Quando se ne rese conto rimase basita, quasi spaventata. Era il 2016, ed era impossibile immaginare che un miracolo come quello accaduto a Siti Maryam, la Maria della tradizione islamica, potesse avvenire di nuovo. Il tutto si era già concluso quando nacque Gesù, senza padre, tanti secoli fa. Al giorno d’oggi chi crederebbe che Maria possa essere incinta senza avere avuto rapporti sessuali con un uomo? Figuriamoci lei, che certo non è una vergine. Maria è convinta di essere incinta per miracolo senza che nessuno l’abbia sfiorata. Ma chi le crederebbe? Come qualsiasi donna che vive in una metropoli segue uno stile di vita non proprio casto. Di certo non trascorre le giornate tra le mura della moschea in ginocchio a pregare come faceva Siti Maryam. Lei è solo una ragazza come tante con la sua vita di donna indipendente e lavora in un ufficio di un’azienda privata. Ha anche un se- condo impiego, fa la modella per una rivista per adulti, il che significa che è abituata a mostrarsi liberamente con vestiti succinti davanti alla macchina fotografica. Ma è lei a stabilire le condizioni e quali pose vuole o non vuole assumere.
Quando può, conduce una vita rilassata e si concede delle pause a sorseggiare caffè nei bar con gli amici, o trascorre i fine settimana fuori città, fa l’amore con il fidanzato, quando ne ha uno. Ma adesso un fidanzato non ce l’ha, eppure qual- cosa ha cominciato a crescere nel suo ventre. Lei non se ne è resa conto prima di essere entrata nel terzo mese di gravidanza. Sapeva soltanto di non avere il ciclo, ma nei primi mesi pensava che si trattasse di stanchezza o stress, o di altri motivi. Quando al terzo mese la sua pancia ha cominciato di giorno in giorno a ingrossarsi è andata nel panico e ha fatto ogni possibile test di gravidanza per scoprire che tutti porta- vano allo stesso risultato: era incinta.
La prima reazione fu di smettere di parlare. Ma dopo un’in- tera nottata trascorsa in silenzio, a riflettere e a piangere, non riusciva a sopportare quel peso da sola e così aveva chiamato Saskia, la sua migliore amica dalle scuole superiori. Quando Saskia era arrivata, Maria stava lì abbandonata, debole, sul letto, in una stanza lussuosa in affitto, cui era stato volontariamente dato l’appellativo di «residence» per dimostrare che non si trattava di un appartamento qualunque. «Chi è il padre?» Maria aveva fatto di no con la testa. «Per l’amor di Dio, non c’è.»
«Sì, come no...»
Maria aveva chiuso gli occhi. «Davvero, non c’è.»
«Prova a ricordare, forse eri ubriaca, o non eri cosciente? Forse sei stata con qualcuno ma non te lo ricordi.»
Maria continuava a negare con la testa. «Non ho mai bevuto fino a ubriacarmi.»
Saskia la guardava con incertezza. «Da quanto tempo mi conosci? Non sono mica una bugiarda.»
«Quindi, vuoi abortire?»
Maria si voltò e tornò a sdraiarsi dando le spalle a Saskia. «Mar...»
«E se portassi in grembo un profeta? Non si dice forse che alla fine dei tempi Isa, ovvero Gesù, ritornerà nel mondo per salvare i fedeli? I segni della fine del mondo sono sempre più vicini, non lo sai?»
«Sì, se ti comportassi come Siti Maryam, la vergine Maria, che pregava devota, avvicinandosi a Dio e mantenendo le distanze dagli uomini. Ma tu... scusami... non sei proprio una santarellina.»
Maria tornò a zittirsi. «Sì, però, non faccio neanche così tanto schifo...» disse offesa. «Non ho mai calpestato i diritti degli altri né corrotto nessuno, tiro avanti da sola, con il mio sudore, anche se tra le altre cose faccio la modella sexy. Faccio le mie preghiere, anche se qualche volta ne salto qualcuna. Pago le tasse, non butto l’immondizia dove capita, faccio le file... Non rubo, non violo le regole, non dormo con i mariti delle altre...»
Saskia tacque. Confusa. Seguì un silenzio imbarazzante. Non sapeva cosa fare o dire, era davvero difficile crederle. «Quindi che cosa vuoi fare?»
Maria continuò a tacere. Aveva gli occhi gonfi come fossero troppo stanchi per piangere ancora.
Saskia le prese le mani. «Cerchiamo un uomo che voglia sposarti.»
«E dove lo troviamo uno che mi voglia?»
«Ma ancora non ci abbiamo provato, no?»
Cominciarono a fare una lista degli uomini che erano stati vicini a Maria e che ancora le giravano intorno in quegli ultimi due anni, un lasso di tempo che valutarono fosse abbastanza ragionevole.
Se avessero indagato più indietro nel tempo, quegli uomini si sarebbero rifiutati subito. «Rama?»
«Si è appena accasato...»
«Ricky?»
«Sì, ma ha una religione diversa, sarebbe una cosa troppo lunga da gestire...»
«Ardan?»
«Ah, è inutile, non sono il suo tipo.»
«Fahmi?»
«Con lui non mi ci metterei neanche morta!»
«Dai, Mar, ma perché? Non hai scampo. Cosa pretendi?» «No, non se ne parla. Meglio lasciar perdere...» Saskia fece il broncio, stizzita. «Ah, c’è pure Gilang! Non è da tanto che hai smesso di frequentarlo, no?» «Gilang... uhm... è ancora sposato con quella, Sas...»
«Ma come? Lo vedi? Non avevi detto che non dormivi con i mariti delle altre?»
Maria si imbarazzò e, per la prima volta in quelle ore, le scappò un sorriso. «Non spesso...»
Saskia continuava a fare no con la testa, con un’espressione frustrata sul viso. «Come può qualcuno credere che tu sia incinta senza aver avuto nessuna relazione con un uomo?»
«Vuoi dire che tu non mi credi?»
«Chiunque stenterebbe a crederti...» Anche Maria mise il broncio.
«Mar, che io ti creda o meno non è importante. Quello che bisogna capire ora è cosa devi fare. Più passerà il tempo e più la tua pancia si ingrandirà, e la gente comincerà a farsi delle domande. A casa, in ufficio, i tuoi amici, anche la tua famiglia lo scoprirà se tornerai a casa, non puoi continuare a nasconderlo.»
«Già...»
«Perciò, secondo me, le scelte sono due: o trovi un uomo che ti voglia sposare oppure abortisci quanto prima.»
«Uhm... entrambe le scelte non mi piacciono.»
«Il problema non è cosa ti piaccia o no, Mar...» Saskia si alzò, seguita dallo sguardo fisso e preoccupato di Maria. Aprì il frigorifero, versò l’acqua in due bicchieri, diede un bicchiere a Maria e tracannò l’altro.
«Ok. Fahmi. È la tua migliore possibilità» disse con fermezza Saskia.
Maria immediatamente scosse la testa con forza. «Ok. Se è così, abortisci.»
«Ma perché deve essere così? Perché non posso essere una donna indipendente, mettere al mondo un bambino da sola, senza dovermi sposare con qualcuno? Ho dei risparmi. Saranno abbastanza per mantenere me e il bambino.»
«Sì, ma tutti chiederanno di chi è il bambino!»
«È mio figlio, chiaro...»
«Ok, ma chi è il padre?»
«Non c’è, io sono come Siti Maryam. Suo figlio era un profeta, chissà che non lo sia anche il mio...»
«Sei impazzita!»
«Sì, ma tu sei più pazza di me, imponendomi di uccidere mio figlio.»
Saskia agitò le mani. «Non è possibile che tuo figlio sia un profeta. Se davvero tu non hai dormito con nessuno, al massimo potrebbe essere uno spiritello o un fantasma. Se, invece, in realtà stai mentendo, si tratterà solamente di un figlio illegittimo!»
«Ma tu ancora non credi che io sia incinta senza che un uomo abbia avuto un ruolo... ok, bene. Credevo che fossi la mia unica amica, l’unica persona sulla faccia della terra che mi avrebbe creduto!»
«Non c’è nessuna differenza, che io ti creda o no. Il punto è che io non posso aiutarti, perché sei testarda e non vuoi seguire i miei consigli. Anzi, se proprio vuoi saperlo, io in realtà non ti credo!»
«Bene! Allora se è così, che cosa fai ancora qua?» disse Maria, in tono di sfida.
Senza dire più niente, Saskia andò via.
In quel momento Maria capì di essere davvero sola. Erano solo in due, lei e il bambino.
Non c’era nessun altro che le avrebbe creduto. Tutti le avrebbero dato della sgualdrina. Ma chi se ne frega! Questo è mio figlio. Questa è la mia vita. E questo è il 2016. Essere una madre single non è poi così strano nel 2016.
Maria vive in un luogo a maggioranza musulmana, è vero, ma è fortunata: non verrà frustata perché accusata di aver peccato. Anche se in qualche modo avrebbe dovuto pensare bene a come nascondere la cosa alla famiglia. Doveva anche avere a disposizione più soldi per le spese del parto e cercare un nascondiglio sicuro per quando il suo grembo sarebbe diventato più evidente. Poi doveva cominciare a pensare dove sarebbero andati a vivere lei e il bambino quando fosse nato.
All’improvviso si sentì girare la testa, troppi pensieri la assalirono nello stesso momento. Maria trascorse i giorni successivi da sola, cercando di tenere duro. Tornò in ufficio, come suo solito, comportandosi come se nulla fosse cambiato nella sua vita. Indossava vestiti più larghi, ma nessuno sospettava di lei.
Dopo essere entrata nel quinto mese, alcune persone cominciarono a fare commenti sul fatto che sembrasse più pienotta, più grassa, ma che allo stesso tempo sembrasse più bella. Maria dispensava sorrisi come sempre, sebbene spesso la notte piangesse. Rifiutò le offerte per servizi fotografici che le arrivarono, perché la sua gravidanza si sarebbe vista chiaramente indossando vestiti attillati e aperti sulla pancia.
I suoi genitori, che vivevano in un’altra città, la vennero a trovare. Maria dovette agire di furbizia e coprì il tutto con la scusa di aver cambiato modo di vestire e in più raccontando la storiella che all’improvviso le piacesse molto mangiare. I genitori furono contenti nel vedere le sue guance piene e il suo viso in salute. Incredibilmente la passò liscia fino all’ingresso nel settimo mese. Da lì, la gravidanza divenne sempre più difficile da nascondere. Sebbene usasse vestiti molto larghi, la pancia si vedeva lo stesso. Continuò a mostrarsi calma e disinvolta, come se niente fosse cambiato. Era consapevole che si parlasse di lei, che la guardassero con il grande desiderio di sapere, qualcuno anche con sdegno. Tutti sapevano che non era sposata. Ma in fondo questi non erano solo affari suoi?
Alcuni colleghi di lavoro più coraggiosi di altri cominciarono a domandare direttamente a lei. Maria aveva deciso di rispondere la verità, a qualsiasi costo. I commenti iniziarono a piovere implacabili. «Sei pazza, tu credi di essere la Siti Maryam o la santa Maria? Solamente perché porti il suo nome? Non sognartelo nemmeno!»
«Non ti vergogni di crederti simile alla vergine Maria? Sei una modella di giornali per adulti!»
«Siamo nel 2016, che una donna sia incinta senza marito non è poi così strano, l’importante è che tu sia sincera, noi ti aiuteremo a costringere quell’uomo a prendersi le sue responsabilità.»
Le dicerie sulla sua gravidanza continuarono a circolare, e sempre più persone facevano strane supposizioni su Maria. Chissà da dove prendevano le informazioni. Alla fine anche la sua famiglia venne a conoscenza della gravidanza. E vennero anche a sapere del secondo lavoro come modella di riviste per adulti. Come se una persona avesse spiattellato tutto di proposito per far vergognare Maria e anche loro. Maria venne richiamata a tornare al villaggio, proprio quando mancavano pochi giorni al parto. Il suo arrivo fece scalpore tra i vicini e gli amici di vecchia data. Era incinta senza marito, ed era pronta a giurare di non essere incinta a causa di un uomo.
«Chi è il padre?» chiesero la madre e il padre piangendo. Maria restò in silenzio. Diede una lettera ai suoi genitori piena di richieste di perdono in cui ribadiva che era davvero incinta senza avere avuto relazioni con nessuno. Diceva anche che era stanca e non avrebbe più parlato fino alla nascita del bambino.
Nel mezzo di un giorno torrido, dopo nove mesi e nove giorni, Maria mise al mondo una bambina.
Non si sa come, ma la notizia si sparse in fretta tra i suoi amici. Erano tutti stizziti. Come mai la santa Maria non aveva dato alla luce il profeta? Come mai non aveva partorito il salvatore? Ma a Maria non importava. Era sola, si stiracchiava e continuava ad allattare la bambina.
Lei la guardava con gli occhi fissi, finché parlò. «Mamma, stavo quasi per non nascere, questo mondo da troppo tempo ha smesso di credere.»
Maria abbracciò la sua bambina.
«Ma io ci credo!»

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